Dal 20 settembre nello spazio dell’Hangar Bicocca si ha l’occasione di visitare il dispositivo audio visivo Unidisplay di Carsten Nicolai, una superficie che si estende per circa 40 metri, “chiusa” da due specchi laterali che la espandono all’infinito, sulla quale sono proiettati una serie di moduli in continuo cambiamento.
“La post-modernità è patrimonio comune, ma la differenza che fa grande un’artista sta nel saperla interpretare, nel rendersi egli stesso strumento di decodifica, oggetto e soggetto, agente e cavia” (Alberto Asquini e Roberto Mandolini @ondarock.it)
L’opera sintetizza molteplici letture, da quella temporale, che la fa funzionare come una sorta di orologio in cui sono rappresentati graficamente diversi cicli, da secondi, a minuti, a ore, a giorni, a mesi, ad anni, a secoli fino a millenni. L’altro parametro rappresentativo è quello semiotico, Undislpay diventa un esempio di comunicazione universale esclusivamente visiva, un archivio di forme che possono dare luogo ad un linguaggio globale.
Carsten Nicolai nasce a Karl-Marx-Stadt, nell’ex Germania dell’Est nel 1956, trascorrendo poi parte della sua vita a Berlino. Dall’inizio degli anni Ottanta, quando Nicolai è un adolescente, la rivoluzione informatica sta prendendo piede: il personal computer non è più un miraggio ma invece uno strumento maggiormente diffuso, un paradigma del mondo moderno, con cui l’artista comincia a confrontarsi; e poi Berlino, inizio anni Novanta e il fermento sociale favorito dall’apertura delle frontiere con l’Est Europa: qui si genera una scena che permea il mondo della musica dance e dei club, influenzando in modo decisivo anche campi quali il design, la moda e l’arte e segnando così uno dei momenti culturali più innovativi degli ultimi decenni in Europa.
Nicolai sviluppata la passione per l’arte d’avanguardia frequentando, tra il 1985 e il 1990, un corso di design a Dresda che lo spinge verso personali sperimentazioni audio visuali. Il suo percorso artistico sfugge tuttavia alle rigide definizioni di “artista visivo”, “musicista” o “produttore” poiché le sue opere vogliono essere un’espressione totale, dunque anche visiva, del suono. Nel 1992 fonda il centro culturale Voxxx.kultur Und Kommunicationszentrum mentre nel 1999 con lo pseudonimo di noto o alva noto da vita alla Raster-Noton, definita “archivio del suono e del non suono”, un’etichetta che sperimenta le molteplici sonorità ed attualità della musica elettronica.
Le sue opere sono state esposte nelle maggiori mostre internazionali, dalla 49° e 50° Biennale di Venezia all’intervento sonoro al Guggenheim Museum di New York nel 2000. Tra le tappe più significative del suo percorso va ricordata l’opera ∞ (a project for documenta X) a Kassel nel 1997 che consisteva nell’emissione di 72 “graffiti sonori”, suoni campionati da modem, fax, telefoni e rielaborati in loop e amplificati dagli altoparlanti delle stazioni, dei bar e di altri luoghi pubblici, insieme alla contemporanea diffusione per la città di un logo proteiforme e geometrico non associato ad alcuna immagine specifica.
Unidislapy realizzata nel 2012, raccoglie tutte le tematiche di Carsten Nicolai e si configura a oggi come la sua opera più compiuta e complessa, in grado di trasformasi in una piattaforma ideale per i suoi live o per occasioni performative interdisciplinari.
Undispaly Fondazione Hangar Bicocca via Chiese 2, Milano giovedì – domenica 11.00 – 23.00 ingresso liberohangarbicocca.com carstennicolai.de |
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