Scade il 31 MAG 14

L’incipit della prima serie va ricercato in alcuni collage degli anni Sessanta basati su immagini estrapolate dalla raccolta storico-artistica I maestri del colore, pubblicata all’epoca dalle edizioni Fratelli Fabbri. Partendo dalle illustrazioni contenute nei volumi Balestrini sceglie oggi di trasporle su tela, rispettando le dimensioni dei dipinti originali. Il risultato è la costruzione di un museo immaginario in cui i capolavori dei padri fondatori della storia dell’arte come Paolo Uccello, Fernand Léger, Paolo Veronese, Eugène Delacroix, El Greco, Pieter Paul Rubens, vengono reinterpretati dall’artista attraverso l’aggiunta di frasi, parole e, in alcuni casi, semplici lettere estrapolate da riviste e giornali.
La necessità di “dominare il visibile” (espressione che si ritrova proprio in uno dei testi poetici dedicati da Balestrini stesso a questo ciclo di opere) si concretizza proprio nel linguaggio stampato che ha il compito di trasportare nel qui ed ora (l’intervento verbale dell’artista) l’immaterialità di luoghi e personaggi ideali (le immagini dipinte).
Nel ciclo dei Neri, invece, Balestrini torna a riflettere su uno dei temi cardine della sua poetica artistica: la distruzione.
Facendo ancora una volta ricorso alla tecnica del collage, l’artista preleva e ricombina frammenti della comunicazione mediatica presente, decostruendoli secondo traiettorie intrecciate e intermittenti. Questi “paesaggi verbali” vengono in parte cancellati e dominati dalla presenza di larghe macchie nere intenzionalmente libere e incisive, che l’artista vi sovrappone.
Questo secondo ciclo di opere è accompagnato da un’ambientazione sonora appositamente creata dall’artista e volta ad amplificare l’idea di distruzione di significato sottesa ai quadri stessi. Così come la lettura delle singole frasi o parole è visivamente resa impossibile dalle macchie di colore nero, al livello uditivo la comunicazione è resa impossibile dalla presenza di più voci che pronunciano frammenti sconnessi di parole, accavallandosi le une alle altre.
A differenza del ciclo I Maestri del Colore l’interferenza cognitiva (e la conseguente possibilità di dominio sulla stessa) non si basa più sulla riconoscibilità dei diversi elementi impiegati (la lettera e l’immagine), quanto sul loro intenzionale frammentarsi e accumularsi che diventa specchio del collasso comunicativo che connota la nostra epoca ipermediale, la cui unica possibilità di riscatto è data dalla creazione di nuovi luoghi possibili di relazione.
Nanni Balestrini | Dominare il visibile Fondazione Marconi Via Tadino 15, Milano Ingresso gratuito martedì – sabato 10-13, 15-19 http://www.fondazionemarconi.org |
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