Un cammino di ricerca che inizia nei primissimi anni Cinquanta, inevitabilmente segnato dall’infatuazione per lo spazialismo di Lucio Fontana che matura poi in modo decisivo nei concettualismi di quegli anni Settanta in un momento di costante tensione tra ideologia e sistema artistico.
“Anche le donne bucano i quadri!” (Mario Monteverdi, “Corriere Lombardo”, 31 dicembre 1959)
-
Dadamaino, Volume, 1959
La consapevolezza creativa di Edoarda Maino trova delle importanti spinte nella vivace, ma difficile, realtà culturale delle avanguardie milanesi. Gli stimoli espressi da quest’ambiente colpiscono in modo inevitabile la sensibilità della giovane artista quando importanti eventi alimentano l’ondata di sperimentazione; tra questi possiamo sicuramente includere l’importante mostra di Yves Klein tenutasi presso la Galleria Apollinaire nel gennaio 1957. L’arte costituiva un motivo di vanto per l’ambiente culturale milanese degli anni Cinquanta – le mostre curate da Roberto Longhi a Palazzo Reale avevano certamente risvegliato la sensibilità dell’opinione pubblica – continuando a riscuotere successo attorno a tematiche classiche ma spesso limitando la naturale diffusione delle sperimentazioni d’avanguardia, che come ricorda la stessa artista, arrancavano nell’essere accettate: “gli artisti moderni da Cézanne in giù, ad esempio, erano sbeffeggiati, dicevano che Cézanne era l’assassino dell’arte, scrivevano delle cose così, o non scrivevano affatto, che era anche peggio”. Dadamaino partecipa a diverse esposizioni collettive, la prima a Sesto Calende nel 1956, in occasione di un premio annuale di pittura. Il suo lavoro è informale, perfettamente in linea con le nuove correnti iconoclaste e le indagini sull’astrattismo ed si trova ad esporre affianco a diversi e importanti artisti tra i quali Mario Davico, Achille Perilli e Giulio Turcato. Le occasioni per esibire i suoi lavori sono piuttosto rare e quindi, Edoarda Maino, trova in queste collettive la prima valida opportunità di confrontarsi con il pubblico e sottoporre le proprie opere a prestigiose giurie di premi e concorsi, in quanto queste rappresentavano l’unica via per cominciare ad ottenere popolarità.
Fino al 10 novembre è possibile visitare negli spazi della galleria Monopoli la mostra Lo spazio, il movimento curata da Andrea Fiore. L’insieme espositivo si propone come un’estrema sintesi dell’intera produzione dell’artista, dalla fine degli anni Cinquanta alle sue ultime opere, tramite un percorso scandito dalla presenza di lavori che coprono un ampio arco temporale. Edoarda Maino (Milano, 1930 – 2004) è stata una figura decisiva per la lettura dell’ambiente artistico italiano, un’importante interprete di quel fermento culturale che diede il via alla costituzione di nuove espressioni artistiche. Negli ultimi anni cinquanta, grazie all’indispensabile contributo dello spazialismo di Lucio Fontana, ricerca il superamento della pittura realizzando i suoi Volumi; successivamente incentra le sue opere su profonde riflessioni scientifiche e sull’ordine matematico delle cose, processo che si riscontra in disegni ottici e dinamici ma anche nelle modulazioni cromatiche come in Rilievo del 1969 o in Ricerca del colore realizzato tra il 1972 e il 1973. Lo studio dei materiali lascia il passo a un’indagine antropologica della comunicazione, grazie all’invenzione di un codice espressivo regolato da leggi universali: la poetica di Dadamaino passa dall’abbattimento della superficie materica, alla costruzione di un nuovo linguaggio. Nasce in questo modo Inconscio razionale del 1976 o ancora l’Alfabeto della mente degli anni ottanta. Dadamaino si esprime attraverso la serialità del segno senza abbandonare la manualità che rende il suo metodico lavoro un’espressiva testimonianza dell’intimo sodalizio tra artista e medium artistico, il linguaggio dei simboli diventa gradualmente più semplice fino a trasformarsi in percezione di movimento come nei finali Movimento delle cose o in Sein und zeit del 1989.
-
Dadamaino, Ricerca del colore, 1972/1973
Lo spazio, il movimento Galleria Monopoli via Ventura 6, Milano Martedì – Sabato: 14 – 19 Ingresso gratuitowww.galleriamonopoli.com |
[googlemaps https://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=via+ventura+6,+milano&aq=&sll=40.951237,17.297482&sspn=0.009189,0.021136&ie=UTF8&hq=&hnear=Via+Giovanni+Ventura,+6,+Milano,+Lombardia&t=m&z=14&ll=45.484055,9.243523&output=embed&w=425&h=350]