La chiesa di S. Nicolao della Flue (1970) sorge nel quartiere Forlanini di Milano ed è opera dell’architetto Ignazio Gardella.
Arrivando sul posto, la chiesa appare come un elemento fuori scala dalle forme plastiche uniche. Elemento fondamentale del progetto è proprio la copertura a vela, che caratterizza tanto gli interni quanto gli esterni. La particolare sagoma proiettata sulla città – rivestita in vercuivre, materiale ottenuto mischiando rame catramato e foglie di caucciù – è infatti suddivisa in sei elementi strutturali che poggiano su telai curvilinei in cemento armato, ai quali è affidata anche la scansione del ritmo spaziale dell’aula.
I telai, sagomati a calice, sottolineano inoltre la spinta verso l’alto della navata centrale, illuminata da feritoie orizzontali ricavate al piede dell’ultima curva del tetto. Lo stesso espediente viene adottato per illuminare le navatelle laterali, le cui aperture si trasformano all’esterno in un lungo taglio orizzontale che segnala lo stacco tra la copertura e il volume dell’aula.
Chiesa S. Nicolao della Flue, interno, foto Valeria Corbetta, yourownguide.com
Chiesa S. Nicolao della Flue, interno, foto Valeria Corbetta, yourownguide.com
Ignazio Gardella nasce a Milano nel 1905. Si laurea in Ingegneria presso il Politecnico di Milano nel 1928, e in Architettura presso l’Istituto Universitario di Venezia nel 1949 (dove sarà professore ordinario dal 1962 al 1975).
Nei primi anni Trenta entra in contatto i protagonisti del movimento moderno europeo e partecipa attivamente alle iniziative culturali e progettuali dei razionalisti milanesi. Nel 1947 partecipa al primo Congresso dell’INU (Istituto nazionale di urbanistica); dal 1952 al 1956 organizza a Venezia, con A. Samonà, E.N. Rogers e F. Albini, la scuola internazionale estiva del CIAM (Congrès Internationaux d’Architecture Moderne); nel 1959 è membro della delegazione italiana all’ultimo CIAM di Otterlo.
La lunga attività professionale, che inizia prima della laurea nello studio del padre Arnaldo, produce una straordinaria quantità di progetti e realizzazioni, la cui importanza è testimoniata dai primi riconoscimenti, nel 1955 vince il Premio Olivetti per l’Architettura e nel 1959 viene pubblicata la prima monografia sulla sua opera, delle edizioni Comunità, con un importante saggio di Giulio Carlo Argan, l’unico da lui dedicato a un architetto italiano contemporaneo.
A partire dalle sue opere giovanili razionaliste, il progetto di concorso per una Torre in Piazza Duomo (1934), il Dispensario Antitubercolare (1933-38) e il Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi di Alessandria (1933-39), Gardella realizzerà negli anni Cinquanta e Sessanta molte altre opere architettoniche importanti: a Milano, il Padiglione d’Arte Contemporanea (1951), la Casa Tognella detta “Casa al Parco”, la Casa di abitazione ai giardini d’Ercole (1951); ad Alessandria, la Casa di abitazione per impiegati della Borsalino (1950); a Venezia, la Casa di abitazione Cicogna detta “Casa alle Zattere” (1953-58); a Ivrea, la Mensa e il Centro Ricreativo Olivetti (1954-58).
Tra i progetti più significativi dell’ultimo periodo della sua carriera: il Palazzo di Giustizia di La Spezia (1963-94); il progetto di concorso per il Teatro Civico di Vicenza (1° premio, 1969); il Palazzo degli Uffici Tecnici dell’Alfa Romeo ad Arese (1968-74); il Teatro Carlo Felice (1981-90) e la Sede della Facoltà di Architettura di Genova (1975-89); l’Ampliamento dell’Università Luigi Bocconi di Milano (1990-2000).
Ignazio Gardella muore a Oleggio, Novara, nel 1999.
Chiesa S. Nicolao della Flue, esterno, foto Valeria Corbetta, yourownguide.com