testo di Stefano De Crescenzo
Giuseppe Terragni, Casa Rustici foto di Stefano De Crescenzo
Casa Rustici sorge, su di un lotto trapezoidale disegnato da tre vie. L’edificio stravolge la solida cortina compatta della città storica proiettando in maniera rivoluzionaria il cortile sulla facciata. L’intimo spazio dell’interno si incontra così con quello urbano della collettività. Il tetto da semplice copertura diviene la sede per una villa con giardini e specchi d’acqua a cui si accede tramite un ponte sospeso a 25 metri di altezza. Una trama cartesiana viene infranta da piani sovrapposti, bucature, simmetrie mancate e squilibri ricercati, creando magnifici giochi di luce a esaltazione delle masse volumetriche. L’opera di Terragni esplora i rapporti fra spazio, materia e luce superando il purismo razionalista di quegli anni e andando verso un’architettura del surreale, metafisica. La sua lirica è tanto innovativa da essere alla base dell’architettura di autori del calibro di James Stirling, Peter Eisenman e Richard Meier.
Giuseppe Terragni, Casa Rustici foto di Stefano De Crescenzo