Giuseppe Chiari

In un periodo di transizione, dopo lo storicismo del movimento dell’Arte Povera e prima della nascita della Transavanguardia, è da collocare proprio nel decennio degli anni Settanta una tendenza che cerca nella maniera Concettuale di evadere i confini delle differenti discipline artistiche. Sono gli anni delle performances e del movimento Fluxus, della Poesia Visiva, della sperimentazione fotografica e video ma soprattutto della produzione indipendente. Uno degli autori che meglio impersona questa rottura di barriere o fusione tra le discipline è senza dubbio Giuseppe Chiari al quale la galleria Tornabuoni Arte dedica un importante personale visitabile fino all’8 giugno.

Chiari è uno degli artisti italiani più rappresentativi dell’arte concettuale dello scorso secolo e questa esposizione vuole essere la più diretta testimonianza del rapporto speciale, dal punto di vista umano e professionale, che legò Chiari a Roberto Casamonti, fondatore di Tornabuoni Arte. Roberto Casamonti fu vicino all’artista e al suo percorso, la mostra nasce dunque con l’intento di dare risalto a tale legame, intenso e sensibile, un vero rapporto tra artista e gallerista amico, fatto di scambio, di opinione e di strategia. Questo il motivo per il quale è presentata l’essenza della Collezione Casamonti – pubblicata per intero nel catalogo edito da Forma Edizioni con introduzione di Enrico Crispolti – in un percorso che ingloba tutta la carriera artistica di Giuseppe Chiari. Grande risalto viene dato alle opere che evidenziano i contatti con le avanguardie e Fluxus, il movimento più universale, interdisciplinare e 
libero della seconda metà del novecento, all’interazione tra musica, linguaggio, gesto e immagine di cui l’artista era fermo sostenitore, nonché ai brani di “musica d’azione”, realizzati attraverso un complesso metodo di esecuzione che mescola strumenti tradizionali a elementi sonori casuali o aleatori.
 Chiari ha elaborato azioni concepite come brevi brani che confluiscono, senza un ordine prestabilito, in complesse pièces musicali, che esaltano la libertà espressiva e il concetto di indeterminazione del fare artistico. Nell’esposizione vengono proposte due installazioni di pianoforte, artisticamente manipolati e denaturati dall’intervento dell’artista. Alle pareti sono inoltre esposti gli esempi delle partiture di Chiari, da quelle degli anni Sessanta a quelle degli anni Ottanta e Novanta, che mostrano l’evoluzione del suo lavoro, anche pittorico.

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Giuseppe Chiari, nato a Firenze nel 1926 e morto sempre a Firenze nel 2007, è stato uno dei massimi compositori e artisti concettuali italiani del XX secolo. Da Firenze, parallelamente agli studi universitari in matematica e in ingegneria, si dedica con grande passione alla musica, venendone completamente coinvolto, studiando pianoforte e composizione. Chiari ha composto “musica d’azione”: attratto dalle esperienze di John Cage, comincia a interessarsi a ricerche sperimentali di musica visiva, vivendo una dimensione culturale d’avanguardia che presto diverrà universale. Accade tutto dai primi anni sessanta: nel ’61 con Pietro Grossi fonda l’associazione Vita Musicale Contemporanea; con Sylvano Bussotti coordina la mostra itinerante Musica e Segno; dal 1962 entra a far parte del gruppo internazionale e interdisciplinare Fluxus. Partecipa in seguito al Gruppo 70, poesia concreta, per la parte musicale. Pubblica il libro Musica senza contrappunto nel ’69 e Senza Titolo nel ’71. Nel 1970 smette di comporre ed inizia una intensa attività di concerti, performances e conferenze.

Giuseppe Chiari
galleria Tornabuoni Arte
via Fatebenefratelli 34/36, Milano
fino al 8 giugno
www.tornabuoniarte.it

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