Posizionata al centro dell’Ospedale Maggiore Ca’ Granda, la chiesa dell’Annunciata è uno dei pochi esempi milanesi in cui lo stile Novecentista viene applicato in edifici di culto. Progettata nel 1932 da Giulio Arata, a compimento della riqualificazione della preesistente struttura ospedaliera, la chiesa di pianta centrale si arricchisce di statue e vetrate di artisti contemporanei.
Vista della chiesa dell’Annunciata – foto Miriam Sironi
Austera nei volumi e nelle forme, completamente spoglia da qualsiasi superflua decorazione, la chiesa dell’Annunciata si articola in due livelli che riprendono gli elementi fondanti l’architettura classica: una galleria e un imponente tamburo vetrato. Le tre maestose arcate a tutto tondo, che ritmano e scandiscono l’andamento della facciata, sono intervallate da quattro busti marmori inseriti dentro nicchie rettangolari, che rappresentano i santi protettori (San Galdino, San Carolo, Sant’Ambrogio e San Camillo) ad opera di Timo Bortolotti, Carlo Pizzi e Aurelio Bossi.
Portico d’ingresso con i bassorilievi dei santi protettori, 1932-38 (Courtesy Nigurada Art Gallery)
Cupola della chiesa, 1938-39 (Courtesy Nigurada Art Gallery)
Fulcro dell’interno della chiesa è la cupola centrale, il cui movimento ascensionale è accentuato dalla fila di arcate a tutto tondo che la racchiudono e che, creando un’alternanza di pieni e vuoti, movimentano la struttura.
Nella parte superiore dell’arcata posta a coronamento dell’altare compaiono tre bassorilievi delle Guarigioni evangeliche ad opere di Francesco Wildt (figlio del celeberrimo Adolf) e Vitalino Marchini, mentre tra le dodici vetratre del tamburo, raffiguranti Santi e fondatori di ordini ospedalieri, ricordiamo il Beato Gerardo di Guido Marussig, il S. Antonio Abate di Anselmo Bucci e il Beato Giuseppe Cottolengo di Raffaele De Grada.
Sotto di queste altre tre vetrare di grandi dimensioni illuminano l’abside:
ALDO CARPI, CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE
Carpi, Cacciata dal Paradiso Terrestre, dettaglio – foto Miriam Sironi
Secondo l’iconografia classica, la vetrata si sviluppa da sinistra verso destra, e mostra l’angelo che, brandendo la spada con gesto minaccioso, caccia Adamo ed Eva dal giardino delle meraviglie. La scena è arricchita in modo originale con una vegetazione rigogliosa del Paradiso Terrestre all’intreno della quale si collocano animali simbolici come agnelli, cervi, colombe, serpenti.
MARIO SIRONI, ANNUNCIAZIONE
Mario Sironi, l’Annunciazione, dettaglio – foto Miriam Sironi
Ambientata in un ambiente sacro – come dimostra l’inginocchiatoio, la piccola finestra che si affaccia su una torre campanaria medioevale e un piccolo libro sacro bianco – la scena è modulta dalla luce esterna che ne accentua la sacralità. Contrariamente alla tradizione che vedeva i due protagonisti rappresentati di pari grandezza, Sironi rende l’Arcangelo Gabriele molto più imponente della Madonna, così che la sua figura binaca contribuisca a far risaltare i toni preziosi e vellutati del mantello blu.
ALBERTO SALIETTI, NATIVITÁ
Alberto Salietti, Natività, dettaglio – foto Miriam Sironi
A differenza della dinamicità delle due vetrate a cui si compagna, Salietti costruisce una composizione statica e ordinatamente composta: al centro la tenera scena familiare, collocata in primo piano nella grotta-capanna con una cuspide formata da personaggi immobili, gli angeli in preghiera, e all’esterno i pastori con le greggi . Così concepita l’opera vuole porre l’attenzione soprattutto sull’aspetto più intimo e affettuoso del momento miracoloso della nascita di Gesù.