La Fontana dei Bagni misteriosi di Giorgio de Chirico è un complesso scultoreo, coloratissimo, ideato dall’artista nel 1973 per la mostra Contatto Arte/Città e da allora accolta nella verde cornice dei giardini de La Triennale di Milano. L’opera ha una storia – seppur relativamente breve – travagliata e quello che possiamo vedere oggi è il frutto di una serie di minuziosi dettagli, l’ultimo dei quali si è concluso nel 2015 in previsione di Milano EXPO.
L’opera vista dall’alto. L’immagine è stata scattata durante l’allestimento della Triennale 2016, dopo il restauro del 2015. Foto di Alessia Ballabio
La storia di de Chirico con La Triennale di Milano inizia nel 1933 quando, già all’epoca, vive un’esperienza poco felice. Per la Quinta Triennale gli viene commissionata una pittura murale Cultura italiana per la parete del Salone delle Cerimonie (oggi noto come Salone d’Onore). A mostra conclusa si decide di distruggere tutti i dipinti realizzati per l’occasione, scelta che fece infuriare De Chirico. L’arista lo ricorda bene nelle sue Memorie: “In quel tempo eseguii, pure a Milano, al palazzo della Triennale, una grande pittura murale; la eseguii in pochissimi giorni ed in circostanze oltre modo difficili; la eseguii con la tecnica della tempera all’uovo e quella pittura mi costò, solo di uova, la somma di centocinquanta lire. Questo mio lavoro riuscì benissimo ed era anche d’un bell’effetto, malgrado che il pittore Sironi mi avesse attaccato davanti certi giganteschi lampadari di stile cubista e mi avesse messo in mezzo un mosaico di Severini che ci stava come i cavoli a merenda. Quella mia pittura suscitò grandi livori; non fu riprodotta sui giornali e nemmeno sulle cartoline illustrate che erano in vendita all’esposizione ed ove erano riprodotte invece le pitture di Campigli, di Funi e di Sironi. Dopo poi la chiusura dell’esposizione furono distrutte tutte le pitture di quella sala probabilmente perché sarebbe stato troppo scandaloso distruggere solo la mia.”
Triennale Milano, Bagni misteriosi, Giorgio de Chirico. Foto © Giuseppe Corbetta
Triennale Milano, Bagni misteriosi, Giorgio de Chirico. Foto © Giuseppe Corbetta
Per comprendere la genesi dei Bagni misteriosi bisogna risalire alla città natale di de Chirico, Volos, tanto amata e mitizzata durante tutta la sua vita e nelle sue opere. In un’intervista rilasciata nel 1936 da de Chirico alla giornalista americana Martha Davidson e pubblicata su “The Art News” è scritto: “Quando de Chirico era bambino nella sua Grecia nativa, suo padre, un ingegnere siciliano che stava lavorando a Volos, lo portava ai bagni di tanto in tanto. La differenza che percepiva tra le figure vestite e le figure nude ha fortemente colpito il ragazzo. Gli sembravano come specie di animali differenti in sfere di esistenza diverse. Gli uomini vestiti, come statue travolgenti e maestose, torreggiano sopra i nuotatori, che appaiono esposti e indifesi. Le piccole cabine, con finestre ritagliate, sono come teste mascherate che guardano la scena.” La prima rappresentazione dei Bagni misteriosi risale già all’estate del 1934 con le dieci litografie che de Chirico realizzò per Mythologie pubblicati insieme a dieci poemi di Jean Cocteau. Già si trovavano le figure che vediamo nell’opera di Milano: il Cigno, il Pesce, le Semisfera, la Sorgente e la Cabina.
Il soggetto è molto caro all’artista che lo eseguirà in modi differenti negli anni successivi fino a giungere, nel 1973, alla realizzazione dell’unico lavoro scultoreo, concepito per essere esposto all’esterno, nel parco della Triennale. Quando Giulio Macchi – curatore di Contatto Arte Città – propose a de Chirico di costruire un monumento per l’inaugurazione, l’autore si convinse di regalare alla città un angolo delle sue memorie d’infanzia, “uno scorcio di quel mare e di quella spiaggia che proprio a Milano mancavano.” Nel lussuoso catalogo dell’esposizione Contatto Arte Città è pubblicato un manoscritto di Giorgio de Chirico dove si legge:
“L’idea dei Bagni misteriosi mi venne una volta che mi trovavo in una casa in cui il pavimento era stato lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe si riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondarvi, come in una piscina, che vi si potesse muovere e addirittura nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che si muovevano, giocavano e a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori dalla piscina-pavimento.”
I Bagni misteriosi si sviluppano su una vasca, dal profilo curvilineo, lunga 23 metri, larga 12 e profonda 50 centimetri. Il bordo è costituito da blocchi di pietra di Vicenza di diverse misure e curvature, adatte al disegno della vasca. Il fondo è dipinto con colore giallo ocra su cui sono disegnate onde di colore marrone, come a ricordare i segni che le onde del mare lasciano sulla sabbia.
Nella parte nord è collocata la Sorgente, di fronte e verso sud vi è il Cigno posizionato sopra piccoli tasselli di pietra che lo mantengono rialzato dal fondo. Esattamente di fronte si trova il Trampolino rotondo e una scala con quattro scalini conduce al centro della soletta, su di essa è infissa una balaustra composta da otto piccoli pilastri di metallo, collegati fra loro da fili di metallo curvati a imitare una corda. Dall’altra parte della vasca si trova la Cabina e una scala che porta all’interno della stessa; di fronte è collocata la Semisfera con la superficie suddivisa in tredici spicchi uguali, di colori diversi. Nel centro della vasca si trovano il Nuotatore e il Bagnante. Esteriormente alla vasca, sul tappeto verde del giardino trovano spazio un Pesce e un Sole di ferro.
Bagni misteriosi. Foto del 2012 di Valeria Corbetta
Bagni misteriosi. Foto del 2012 di Valeria Corbetta
Bagni misteriosi. Foto del 2012 di Valeria Corbetta
Bagni misteriosi. Foto del 2012 di Valeria Corbetta
Pochi giorno dopo l’inaugurazione dei Bagni misteriosi Attilio Bertasio commentando l’opera su “Servire il Popolo” arrivò a travisarne la posizione della mano sinistra del Nuotatore: “La parte più scopertamente reazionaria della 15° Triennale è rappresentata da veri e propri monumenti costruiti da poco. Tra questi spicca la piscina di de Chirico esteticamente orribile e di stile decadente, in essa vi sono due statue di Ariani a mezzo busto che spiccano dall’acqua in posizione di moto oppure a mo’ di saluto romano: è difficile dire se sia l’una o l’altra. Ma noi siamo convinti che questo putridume organicamente fascista è solamente di una ristretta minoranza di artisti e intellettuali legati al carro democristiano”.
Nella notte tra il 27 e il 28 settembre, la statua del Nuotatore fu rovesciata e ne venne spezzato il braccio. Qualche giornale milanese esultò pubblicando le foto: “Due immagini dell’orribile ‘piscina’ di de Chirico alla Triennale. A sinistra nella versione iniziale. A destra, qualche giorno dopo. Grazie all’intervento di un provvidenziale colpo di vento o, chi lo sa?, di una benevola mano ignota.”
Dopo qualche mese, un’altra mano ignota rovesciò il Bagnante, che si ruppe all’altezza del busto. Tuttavia ben presto nessuno si interessò più dei Bagni. Bambini, adulti, anche i cani giocavano dentro la vasca. Fu rotta di nuovo la mano del Nuotatore e successivamente anche la testa del Cigno, che venne collocata nei magazzini della Triennale dove verrà ritrovata da Jole de Sanna, poi responsabile di una prima campagna di restauro. Sparirono anche i cordoni di protezione e la porta della cabina fu spostata verso l’esterno.
Nella vasca fu anche girata una scena d’amore per il film Una sera c’incontrammo, con Johnny Dorelli (1975). Hidetoshi Nagasawa, scultore e artista polivalente, è stato il primo a denunciare l’abbandono e il degrado della fontana con una lettera al “Corriera della Sera”. Lo scultore, insieme a Jole de Sanna e a Luciano Fabro, entrambi docenti dell’Accademia di Brera, fondarono nel 1978 la Casa degli artisti, un laboratorio didattico e creativo per giovani artisti, che nel 1994 organizzò per prima una manifestazione per salvare l’opera. In attesa di un restauro il Nuotatore e il Bagnante furono prelevati e trasferiti all’interno della Triennale per essere protetti dalle intemperie e dai vandali.
Bagni misteriosi. Foto del 2016 di Alessia Ballabio
Bagni misteriosi. Foto del 2016 di Alessia Ballabio
Dopo un primo intervento nel 1997, che si limitò a riassemblare e mettere al sicuro le sculture, l’opera è stata restaurata con un intervento conclusosi nel 2010.
In occasione di Milano EXPO nella primavera del 2015, la Triennale, verosimilmente in considerazione della perdita di colore subita, ha disposto l’esecuzione di un nuovo restauro, utilizzando il proprio laboratorio ed assegnando il compito alla nota restauratrice Barbara Ferriani, responsabile del laboratorio medesimo.
Giorgio de Chirico
I Bagni misteriosi, 1973
Giardini de La Triennale di Milano