Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, Grattacielo Pirelli

Testo di Lorenzo Parigi 

Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, Grattacielo Pirelli, foto Andrea Corbetta

Con la costruzione del Grattacielo Pirelli, una lama di calcestruzzo e vetro alta 127 metri, a Milano vi è finalmente un luogo più alto della proverbiale Madonnina del Duomo. L’architettura rappresenta una delle prime risposte europee alla decennale esperienza americana negli edifici alti, ma si colloca immediatamente come evento unico e all’avanguardia, oggi come allora.

“L’architettura è un cristallo. Quando è pura, è magica, esclusiva, autonoma e definitiva. Come un diamante, il più perfetto tra i cristalli”

In essa è celebrato l’incontro tra il programma estetico-espressivo di Ponti e la perizia ingegneristica di Pier Luigi Nervi, rivelata nell’impiego di due pilastri cavi a sezione triangolare, posti alle aguzze estremità, e di due setti portanti, collocati nella parte centrale. Essenziale e leggero, nonostante l’impiego del cemento armato, il Grattacielo Pirelli ha il carattere di un “grande oggetto”, una “sezione” sulla città, simbolo del legittimo coraggio dell’architettura di creare forme nuove per cambiare, anche radicalmente, i lineamenti del paesaggio urbano.

Gio Ponti e Pier Luigi Nervi, Grattacielo Pirelli, foto Andrea Corbetta


Gio Ponti e Pier Luigi Nervi
Grattacielo Pirelli, 1960
piazza Duca d’Aosta
Milano

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