Gillo Dorfles, Ieri e oggi

“Ho sempre cercato di realizzare delle opere nelle quali affiorasse qualcosa di spontaneo, se vogliamo anche automatico.”  Gillo Dorfles

Gillo Dorfles, Courtesy of Galleria Marconi, Foto © di Valeria Corbetta

Gillo Dorfles presenta alla Fondazione Marconi una serie di opere che raccontano gli ultimi trent’anni della sua carriera artistica. Un’esposizione molto ricca che si snoda lungo i due piani superiori della meravigliosa galleria: opere dalle dimensioni considerevoli, dalle pitture acriliche su tela alle sculture in ceramica dipinta con smalti fluo, dalle opere tecnica mista su cartoncino (pennarello, acrilico, acquarello), fino alle stampe digitali.

Figura eclettica da sempre protagonista del panorama storico artistico e culturale, una laurea in medicina con specializzazione in neuropsichiatria, artista, critico d’arte, docente di estetica, filosofo e sociologo; Dorfles nasce all’inizio del Novecento, figlio del secolo scorso, capace di analizzare e raccontare la società contemporanea attraverso un’analisi lucida che si esprime un senso di leggerezza e assieme di profondità di sguardo.

La sua pittura conduce in un mondo astratto e surreale, dalle forme “organiche” che hanno la potenza di incuriosire e coinvolgere lo spettatore, esseri a metà tra mondo animale, umano e vegetale nati dall’intima necessità di visualizzare le espressioni consce e inconsce dell’animo umano, con tutte le sue paure e debolezze, gioie e istinti in un continuo turbine vitale in evoluzione.

«Tra la professione di medico, gli studi di estetica e i miei quadri sono sempre stato un eclettico e questo non è stato ben visto. Probabilmente perché sfuggire alla classificazioni è in un certo senso perturbante.» «Essere eclettici spesso significa essere considerati superficiali.»

Biografia
Gillo Dorfles nasce a Trieste nel 1910. A partire dagli anni Trenta svolge un’intensa attività di critica d’arte e saggistica collaborando con riviste del calibro di “Le Arti Plastiche”, “Il Mondo”, “Domus” e “The Studio”. Esordisce in pittura negli anni nello stesso periodo con composizioni astratte e surreali utilizzando la tecnica usata dai maestri del Quattrocento: la tempera all’uovo, indagando forme archetipe come la croce, il sole, la luna e altri simboli universalmente riconoscibili. Nel 1948 è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta) con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet con l’obiettivo di dar vita a un linguaggio artistico nuovo, in grado di assimilare e di superare le ricerche astratte europee dei decenni precedenti.

A partire dal 1958 l’insegnamento, gli studi di estetica e critica d’arte e l’intensa attività di scrittore lo inducono a una progressiva diminuzione dell’attività pittorica. È il periodo in cui si sviluppano movimenti come l’informale, la pop art, l’arte povera che, per quanto interessanti agli occhi di Dorfles come critico, risultano troppo distanti dalla sua sensibilità di pittore e lo inducono ad allontanarsi dalla scena artistica cui ritornerà solo dopo gli anni Ottanta.

Negli anni Cinquanta ha inizio l’attività teorica e critica di Dorfles, che si presenta decisamente rivoluzionaria rispetto agli assunti crociani ancora dominanti. L’attenzione di Dorfles è rivolta soprattutto ai fenomeni comunicativi di massa, alla moda e al design, soffermandosi pur sempre sulla pittura, sulla scultura e sull’architettura moderna e contemporanea.

Gillo Dorfles, Contorsione, 2013, vetroresina foto © Valeria Corbetta

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Gillo Dorfles. Ieri e oggi
FONDAZIONE MARCONI
via Tadino 15-17, Milano
martedì – sabato | 10.00-13.00 e 15.00-19.00
Ingresso gratuito
www.fondazionemarconi.org

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