Entryways of Milan è un libro edito da Taschen e curato da Karl Kolbitz, è soprattutto un viaggio fotografico senza precedenti tra 144 tra i più splendidi ingressi milanesi ideati tra il 1920 e il 1970. Sontuoso nella sua varietà e nel suo splendore, raccoglie le opere di celebri architetti milanesi quali Giovanni Muzio, Gio Ponti e Piero Portaluppi e mostra come il design integrato all’arte sia caratteristico in tutte le declinazioni dell’architettura cittadina.
Interessantissimo, per noi di Yog, è stato anche scoprire quante opere di autori contemporanei si celano “dietro le porte chiuse”: nel volume non mancano ad esempio interventi di Lucio Fontana, Adolf Wildt, Giacomo Manzù o Fausto Melotti.
Un progetto, quello realizzato da Kolbitz che affronta una ricerca minuziosa e capillare dei tanti palazzi residenziali milanesi che sono rimasti nascosti da occhi indiscreti. Gli ingressi, sono vere e proprio opere “totali” realizzate dagli architetti e designer conosciuti e non, ad uso dei condomini dei relativi edifici. Spiega Kolbitz nella prefazione: “Non è una bellezza effervescente come quella di Parigi, né antica come quella di Roma. […] Milano mi era parsa un luogo nel quale il Novecento si era sviluppato con leggerezza ed eleganza. Mi sono ritrovato a esplorare i perimetri della città, alla ricerca continua dei suoi tesori. A colpirmi maggiormente erano i luoghi che ne narravano la quotidianità – le stazioni ferroviarie, le piazze, i quartieri residenziali. Erano questi gli indicatori più autentici dello splendore urbano di Milano. I preziosi materiali impiegati, le poliedriche soluzioni progettistiche mi chiedevano di indugiare, di tornare, di entrare e assaporarne l’esperienza. Milano è una città coinvolgente, che si mostra ma contemporaneamente si cela. È al tempo stesso intima, magniloquente e raffinata.”
Via Giuseppe Marcora 12, Palazzo Bonaiti. Giovanni Muzio. Scultura nel portale di Giacomo Manzù.
Via Sant’Antonio Maria Zaccaria 3, Ggig Ghò 1951. Parete in ceramica di Fausto Melotti. Scultura al neon di Lucio Fontana.
Via Morazzo della Rocca 5, Casa Portaluppi. Piero Portaluppi 1938-39.
“Com’è possibile – sottolinea Kolbitz – che una città che ha esportato il suo design in tutto il mondo abbia taciuto delle copiose ed esuberanti entrate dei suoi palazzi? La sua complessa eredità modernista è documentata e riprodotta in innumerevoli pubblicazioni, eppure questa peculiarità che la contraddistingue, gli ingressi, sono passati quasi del tutto inosservati. […] L’Italia presenta e rappresenta se stessa costantemente. Dovunque si posi lo sguardo, ci troviamo davanti quel modo unico di danzare con un materiale, di fare qualcosa al meglio delle possibilità. Questo volume aspira a illustrare ai lettori come gli ingressi costituiscano una sorta di interpunzione nella sintassi architettonica e progettuale della moderna storia della città.”
A rendere Entryways of Milan così prezioso sono anche le bellissime immagini scattate da Matthew Billings, Delfino Sisto Legnani e Paola Pansini. Appositamente commissionate, catturano l’atmosfera degli ambienti con una sensibilità personale e uno stile in cui i singoli dettagli interagiscono con spazi architettonici più ampi. I preziosi contributi editoriali poi, di Penny Sparke, Fabrizio Ballabio, Lisa Hockemeyer, Daniel Sherer, Brian Kish e Grazia Signori, guidano il lettore alla scoperta dei materiali e degli impianti utilizzati, nonché tra le implicazioni storico artistiche e sociali proprie di ogni ingresso. Il libro – a metà strada tra una guida architettonica della città e un saggio di estetica – fornisce a ogni scatto il nome dell’architetto, interventi artistici, collaborazioni, data di costruzione e indirizzo preciso, e infine una mappa annotata di Milano ci permette di verificarne l’ubicazione complessiva in città.
Via Antonio Locatelli 5. Roberto Radici, 1955-57. Mosaico a pavimento e sculture di Lucio Fontana.
Viale Andrea Doria 32, Mario Borgato, 1939.
Corso Sempione 33, Palazzo Ina. Piero Bottoni, 1953-57.