Il colore, essendo esso stesso magico, non può essere usato che magicamente.
Paul Gauguin
di Alessandra Pozzati
Un viaggio alla scoperta dell’uso del colore nell’arte del Novecento attraverso le straordinarie opere degli artisti che ne hanno fatto la storia, è quello in cui ci accompagna il critico Alberto Boatto, autore del bel libro Di tutti i colori, edito per la prima volta nel 2008 da Laterza nella collana Grandi Opere e recentemente riproposto dall’editore in versione tascabile ed economica.
Ogni capitolo è dedicato ad un singolo colore affrontato a partire dall’analisi di alcune opere significative: il nero è rappresentato dai lavori di Malevic, Kline, Burri, il bianco è quello delle tele di Fontana e Pascali. C’è anche il rosso vivo dell’Atelier dipinto nel 1911 da Henri Matisse, l’arancione di Mercurio che passa davanti al sole del futurista Giacomo Balla, il giallo in più gradazioni dell’Omaggio al quadrato di Josef Alber; non bisogna inoltre dimenticare il verde che domina la Melanconia di Giorgio De Chirico, il blu protagonista della geometrica “Composizione con linea doppia e blu” di Piet Mondrian e il viola del cappotto del Violinista del visionario Marc Chagall, solo per citarne alcuni. C’è chi come Manzoni viene ricordato per il bianco candido dei suoi Achrome, chi come Andy Warhol realizza le proprie serigrafie in diverse varianti di colore e chi, come Yves Klein arriva addirittura a sviluppare un proprio colore, l’IKB (International Klein Blu) che, a partire dal 1957, sarà protagonista assoluto delle sue opere: è il trionfo del colore puro in tutta la sua potenza espressiva.
Boatto racconta di dipinti monocromi, ma anche opere ricche di colori (come gli arazzi ricamati di Alighiero Boetti), l’impiego di colori tradizionali e l’ingresso nel mondo dell’arte di quelli industriali degli artisti pop: una molteplicità di tonalità che danno vita ad un ricco campionario a cui gli artisti hanno attinto a piene mani per creare capolavori immortali, alcuni dei quali riprodotti nelle numerose illustrazioni che impreziosiscono il volume, rendendolo ancora più piacevole.
Un libro in cui l’autore indica un’originale chiave di lettura per ripercorrere le tappe dell’arte del secolo scorso, in cui la valenza espressiva del colore caratterizza le sperimentazioni condotte dagli artisti. “Un’epoca è espressa dalla sua tavolozza” scrisse Andrè Malraux, ma nel caso dell’arte del Novecento parlare di tavolozza, concetto che in sé indica già una selezione che circoscrive l’uso solo ad alcuni colori, è riduttivo: mai come nel secolo breve, si può a ragion veduta affermare che gli artisti con le loro opere ne abbiano davvero combinate di tutti i colori.