Fino al 28 giugno la Cardi Gallery di Milano apre le sue porte al leggendario artista minimalista americano Dan Flavin. L’artista è conosciuto per i suoi lavori di luce sotto forma di tubi a fluorescenza, spesso posti in relazione ad un contesto architettonico specifico, evidenziandone la struttura, le sue contraddizioni e metamorfosi.
Il suo approccio essenziale, il ristretto vocabolario di forma e colore utilizzato, la quasi scientifica ingegnosità della sua scoperta di un’arte della luce hanno imposto l’artista come progenitore e principale esponente del Minimalismo.
Installation view, Cardi Gallery Milan. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York – Photo: Carlo Vannini. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Installation view, Cardi Gallery Milan. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York – Photo: Carlo Vannini. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Dan Flavin, Cool white and warm white fluorescent light. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
La mostra alla Cardi Gallery di Milano presenta quattordici opere luminose dalla fine degli anni ’60 agli anni ’90 che mostrano l’evoluzione di oltre quattro decenni delle ricerche dell’artista sulle nozioni di colore, luce e spazio scultoreo. La mostra è inoltre organizzata in collaborazione con l’Estate di Dan Flavin ed è accompagnata da un catalogo illustrato che include un saggio dello stimato critico d’arte italiano Germano Celant.
Nell’estate del 1961, mentre lavorava come guardia presso l’American Museum of Natural History di New York, Flavin iniziò a realizzare schizzi per sculture che incorporavano luci elettriche. Più tardi quell’anno, tradusse i suoi schizzi in assemblaggi, che chiamò “icone”, che accostavano le luci a costruzioni di Masonite dipinte di un colore solo. Nel 1963, rimosse completamente il supporto rettangolare e iniziò a lavorare con le sue lampade fluorescenti. Nel 1968, Flavin espanse le sue sculture ad ambienti grandi come una camera e riempì un’intera galleria di luce ultravioletta a Documenta 4, Kassel (1968). Usando la luce come mezzo, Flavin è stato in grado di ridefinire il modo in cui percepiamo lo spazio pittorico e scultoreo
Dan Flavin conosceva in maniera approfondita la teologia e la storia dell’arte e aveva nuove prospettive su entrambe le tradizioni. Non è casuale che la carriera di Flavin nell’arte della luce sia cominciata con le “icone” e sia terminata con un progetto per l’interno di una chiesa qui a Milano, sebbene l’artista non abbia mai consentito alcuna interpretazione simbolica o spirituale del proprio lavoro. L’ultimo esempio della sua abilità con la luce lo si può ritrovare proprio qui in città: nel 1996, su invito del prete italiano Giulio Greco, Dan Flavin crea un progetto site-specific come elemento centrale per il restauro e il rinnovamento della chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, progettata da Giovanni Muzio negli anni ’30. Ve ne avevamo parlato qui!
Installation view, Cardi Gallery Milan. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York – Photo: Carlo Vannini. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Installation view, Cardi Gallery Milan. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York – Photo: Carlo Vannini. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Dan Flavin, Pink, yellow, and blue fluorescent light. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Dan Flavin, Pink, blue, and green fluorescent light. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Daniel Flavin nasce New York, nel 1933. Studia in seminario per un breve periodo prima di arruolarsi nell’aeronautica degli Stati Uniti. Durante il servizio militare nel 1954-55, Flavin studia arte attraverso il programma di estensione dell’Università del Maryland in Corea. Al suo ritorno a New York nel 1956, frequenta brevemente la Scuola di belle arti Hans Hofmann e di storia dell’arte presso la New School for Social Research. Nel 1959, intraprende corsi di disegno e pittura presso la Columbia University; quell’anno, inizia a creare assemblaggi e collage oltre a dipinti che indicavano il suo primo interesse per l’espressionismo astratto. Nel 1961 presenta la sua prima mostra personale di collage e acquerelli alla Judson Gallery di New York. Dai primi anni sessanta Dan Flavin intraprende una ricerca sistematica dell’arte in relazione a fonti reali di luce: i moduli base dei suoi lavori sono i tubi al neon fluorescenti di produzione industriale, articolati in combinazioni semplici e simmetriche. In diretto riferimento allo spirito del ready-made, il neon viene assunto come unità base da articolare in composizioni potenzialmente infinite.
Le principali retrospettive del lavoro di Flavin sono state organizzate dalla National Gallery of Canada di Ottawa (1969), St. Louis Art Museum (1973), Kunsthalle Basel (1975) e Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1989). Ha anche eseguito molte commissioni per lavori pubblici, tra cui l’illuminazione di numerosi binari alla Grand Central Station di New York nel 1976. Flavin è morto il 29 novembre 1996 a Riverhead, New York. Sia il Deutsche Guggenheim di Berlino nel 1999 che la Dia Foundation for the Arts nel 2004 hanno montato importanti retrospettive postume del lavoro dell’artista.
Installation view, Cardi Gallery Milan. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York – Photo: Carlo Vannini. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.
Dan Flavin, Red and green fluorescent light. © 2018 Estate of Dan Flavin / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Cardi Gallery, Milan/London.