Se in questi giorni vi capita di passare in centro, fate un salto in via Morone, accanto alla casa del Manzoni. Troverete la prima statua dedicata a una donna, recentemente inaugurata a Milano.
L’opera ritrae Cristina Trivulzio Belgiojoso, giornalista e scrittrice italiana e patriota, che è stata una figura emblematica per il suo tempo, centrale della storia del Risorgimento italiano a cui ha partecipato attivamente.
Fu editrice di giornali rivoluzionari, molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra di indipendenza.
Ritratta dai più grandi artisti del Risorgimento e non solo, ve la ricorderete nel famoso ritratto di Hayez del 1832.
L’opera, realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi, è a oggi la prima delle 121 statue presenti in città dedicata a una donna. Arriveranno a breve una statua dedicata all’astrofisica Margherita Hack in occasione dei 100 anni dalla sua nascita e una dedicata ad Anna Kuliscioff, madre del socialismo italiano.
Biografia
Cristina Trivulzio Belgiojoso nacque a Milano il 28 giugno 1808, il padre, che apparteneva alla famiglia del celebre maresciallo Gian Giacomo, morì nel 1812 quando lei era ancora una bambina. Appena sedicenne Cristina, andò sposa al principe Emilio Barbiano di Belgioioso d’Este. Si hanno sue notizie nel 1830 a Lugano perché sotto controllo della polizia austriaca, che aveva posto il sequestro sui suoi beni e a seguire a Genova, sempre monitorata dagli agenti del governo austriaco, finché fuggì a Marsiglia.
Quando nel 1833 Giuseppe Mazzini decise di progettare una spedizione in Savoia, Cristina versò per tale impresa un’ingente somma in denaro. Quello stesso anno il governo austriaco istruiva un processo contro di lei, dichiarandola “indiziata di alto tradimento”. Cristina si trasferì allora a Parigi, dove inizio a mantenersi autonomamente, dipingendo; e in breve divenne una figura centrale intorno a cui gravitavano gli esuli italiani.
Il nome dei Trivulzio, così popolare in Francia per gli antichi ricordi del grande maresciallo e per quelli recenti del ministro della guerra della Repubblica italiana, le aprì le porte dei salotti più in voga di Parigi, come quelli del generale La Fayette e di madama Récamier. Ma ben presto lei stessa riuscì a fondarne uno proprio, frequentato da importanti personalità e intellettuali come Victor Hugo, i compositoi Vincenzo Bellini e Gioachino Rossini, Vincenzo Gioberti, Alexandre Dumas (padre) e Pellegrino Rossi.
Convinta dell’importanza e della potenza della stampa, che riteneva una forza formidabile a preparare l’insurrezione d’Italia, fondò nel 1845 a Parigi la Gazzetta italiana, che trasformò poi nell’Ausonio, giornale in cui si attaccava l’Austria e si mostrava l’Italia degna della libertà. Nel 1949 si trasferì a Roma, ove, durante la difesa della Repubblica, ebbe la direzione di diversi ospedali militari. Si stabilì quindi a Locate, nel vecchio podere di casa sua, raccomandando ai proprietari di terre d’imporre ai fittabili nei contratti clausole di carattere sociale a favore dei coloni, denunciando gli sfruttamenti subiti in quegli anni dai lavoratori della terra.
Nel 1860 fondò a Milano L’Italie, giornale politico sul modello dei grandi periodici francesi e la Nuova Antologia nel suo primo numero del 1866 si fregiò di un suo notevole lavoro dal titolo: “Della presente condizione delle donne e del loro avvenire”.
Cristina Trivulzio Belgiojoso
Giuseppe Bergomi, 2021
Via Gerolamo Morone 1
Milano