A cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí
L’arte come luce e suono nello spazio, questa è la visione di Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, Regno Unito, 1958; vive e lavora a Londra), che dopo gli esordi come filmmaker, si dedica alla realizzazione di sculture, interventi site specific e perfomativi, caratterizzati dall’utilizzo di materiali effimeri e dalla centralità della dimensione temporale nella fruizione dell’opera.
“….the Illuminating Gas” è una vera e propria “lettera d’amore dedicata allo spazio” e offre al visitatore un’esperienza multi-sensoriale unica nei suggestivi spazi dell’HangarBicocca. Si tratta della più grande esposizione mai realizzata dall’artista e raccoglie per la prima volta ventiquattro opere tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni, con un focus sulla produzione tra il 2015 e il 2019.
Radiant Fold (…the Illuminating Gas), 2017-2018. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Dettagli dell’opera Radiant Fold (…the Illuminating Gas), 2017-2018. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
StarStarStar/Steer (totransversephoton), 2019. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Forms in Space… by Light (in Time), 2017. Opera commissionata per le Duveen Galleries, Tate Britain. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Neon Forms (after Noh I), 2015. Neon bianco, 353 x 302 x 212 cm. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Neon Forms (after Noh), 2015. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
L’arte di Cerith Wyn Evans si avvale sia di materiali testuali che, decontestualizzati, vengono tradotti in un linguaggio luminoso e sonoro – ad esempio sotto forma di scritte al neon, mobile sospesi, sculture in movimento o pulsazioni di luce, il tutto interconnesso da elementi sonori che entrano in risonanza e concorrono a generare molteplici armonie – e traducendo in scultura l’immaginario di artisti come Marcel Duchamp (citato direttamente nel titolo della mostra, in riferimento all’opera Étant donnés: 1° la chute d’eau, 2° le gaz d’éclairage . . .presso il Philadelphia Museum of Art).
Apre il percorso, come un vero e proprio “Preludio” teatrale che si snoda nello spazio, un’opera appositamente realizzata per la mostra: le sette colonne luminose di StarStarStar/Steer (totransversephoton) (2019), che creano una coreografia di luci e ombre che a intermittenza invadono lo spazio.
I due “Atti principali” – che si sviluppano nelle navate – sono rappresentati dalla grandiosa installazione Forms in Space…by Light (in Time) (2017), originariamente concepita per le Duveen Galleries della Tate Britain di Londra, e dalla serie Neon Forms (after Noh) 2015-19 che traduce in grafica e segni astratti di luce il repertorio di gesti del teatro giapponese Noh.
A concludere l’esposizione come una sorta di “Epilogo” il gruppo di opere riunite nello spazio the cube, a rappresentare tutti gli interessi e le sperimentazioni dell’artista, che attinge per le sue forme a una complessità di riferimenti e citazioni – dalla letteratura, alla musica, filosofia, fotografia, poesia, storia dell’arte, astronomia e scienza, che si relazionano in un articolato processo di montaggio in grado di mettere in discussione la nostra stessa nozione di realtà.
Dettaglio dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Forms in Space… by Light (in Time), 2017. Opera commissionata per le Duveen Galleries, Tate Britain. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Dettaglio dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Veduta della mostra “….the Illuminating Gas”, spazio the cube, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta
Veduta della mostra “….the Illuminating Gas”, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Foto: Valeria Corbetta