Il wall realizzato in occasione del progetto Chained, promosso dalla galleria romana Wunderkammern come evento collaterale di Expo2015, nasce da una collaborazione tra lo spagnolo Borondo e l’italiano Edoardo Tresoldi.
Il nome scelto per il progetto, Chained (Incatenato), ripendere il concetto ecologico di catena alimentare, dal quale un gruppo di street artist – milanesi e non – è partito per indagare in sento lato la tematica proposta dall’esposizione universale “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, andando ad indagare le dinamiche che legano gli esseri umani alla natura della quale fanno parte.
Borondo e Edoardo Tresoldi (foto Miriam Sironi)
A Borondo e Edoardo Tresoldi è affidata la realizzazione dell’intervento urbano collocato nella piazza antistante uno degli ingressi dell’Università degli Studi Milano-Bicocca.
Il wall si sviluppa verticalmente, assecondando la conformazione del muro stesso: la parte inferiore è affidata allo street artist spagnolo, quella superiore all’italiano.
La diversità della tecnica usata dai due permette di rendere da subito ben riconoscibile chi ha fatto cosa, ma non per questo intacca la riuscita dell’intervento, anzi: ne rafforza l’effetto finale.
La staticità e compattezza delle figure di Borondo, raccolte a cerchio in atteggiamento meditabondo (quasi in preghiera), i cui volumi sono costruiti grazie alla sovrapposizione di campiture piene di colore, fa da contrapeso alla leggerezza della figura che Tresoldi relizza in metallo.
Questa, staccandosi dal gruppo sottostante, si erge tridimensionalmente al di là del muro stesso, accentuando in tal modo la spinta verso l’alto e il movimento liberatorio di cui si fa emblema.
Borondo e Edoardo Tresoldi (foto Miriam Sironi)
Borondo – dettaglio (foto Miriam Sironi)