Testo di Lorenzo Parigi
BBPR, Edificio per uffici, foto di Stefano De Crescenzo
A partire dagli anni ’60 i maggiori architetti milanesi, tra cui i capofila BBPR, iniziano ad affrontare i temi cui vengono posti di fronte non più come parti di un sistema urbano che li trascende, ma proprio entro gli stretti limiti contestuali di ognuno di essi e con un metodo fortemente autobiografico. In questo senso l’edificio per uffici sito in Piazza Meda è un esempio cristallino della pratica di adeguamento dell’architettura razionalista alla città e ai gusti della borghesia.
In esso coesistono varie chiavi di lettura, alcune più evidenti e altre meno, figlie di riferimenti incompiuti o forse troppo meccanici per essere credibili. Il rapporto della massa tondeggiante con l’abside della vicina Chiesa di S. Fedele, l’interpretazione “robotica” del portico, la misura dei rapporti tra finestra e sottofinestra, possono essere letti come frammenti, pezzi di memoria che riaffiorano in una sospensione onirica tra le pieghe del vetro e dell’acciaio.
BBPR, Edificio per uffici, foto di Stefano De Crescenzo
BBPR, Edificio per uffici, foto di Stefano De Crescenzo