Nato nel 1973 su progetto di Alberto Burri per essere una macchina scenica aperta a tutti, il Teatro continuo torna ad occupare gli spazi di Parco Sempione.
Una decisione che ha suscitato non poche polemiche da parte degli oppositori che lamentano il fatto che l’opera vada a rovinare la visuale che dal parco si gode sul Castello Sforzesco, ma che a nostro parere non trova la benchè minima ragion d’essere vista la struttura esile e poco ingombrante che la caratterizza.
Il Teatro continuo negli anni Settanta
Il Teatro Continuo negli anni Settanta
Realizzato nel 1973 in occasione della XV Triennale, nell’ambito della sezione Contatto Arte – Città, il Teatro Continuo si presenta come una struttura palcoscenico ridotta all’essenziale, composta da una piattaforma sollevata da terra e da sei quinte laterali rotanti dipinte di bianco su una faccia e di nero sull’altra. Collocato nel cuore del parco, sull’asse ideale che unisce il centro di Milano con Corso Sempione, l’opera costituiva un cannocchiale prospettico che inquadrava e metteva in risalto la Torre del Filarete del Castello Sforzesco da un lato e l’Arco della Pace dall’altro.
Concepito come opera d’arte totale in cui convergono musica, drammaturgia, coreutica, poesia e arti figurative, l’idea di Burri era quella di dotare Milano di una macchina scenica sempre predisposta per l’uso, libera sede sia per attività e spettacoli artistici, sia per un utilizzo indipendente da parte di ognuno. Così facendo l’artista forniva una sua personale e concreta risposta al fermento culturale che ha accompagnato gli anni Settanta e che aveva alla base una forte necessità di socialità e di condivisione che, in campo artistico, si è manifestata con la tendenza a spostare l’opera d’arte dai canonici spazi ad essa deputati, al contesto pubblico.
Fino al 1989 il Teatro Continuo è rimasto in situ andando a formare con altre opere relizzate in occasione della XV Triennale e tutt’ora presenti in Parco Sempione (i Bagni misteriosi di Giorgio De Chirico e Accumulazione musicale seduta di Arman), un importante nucleo artistico e culturale fruibile liberamente da tutti. Sul finire degli anni Ottanta l’oprea, ormai degradata,
Il Teatro continuo durante il degrado degli anni Ottanta
Lo smantellamento del Teatro continuo nel 1989
Smantellamanto del Teatro continuo nel 1989
La volontà di ricostruire il Teatro Continuo nasce a seguito della grande mostra antologica sull’attività artistica di Burri, ospitata nel 2008 negli spazi espositivi de La Triennale.
La proposta viene avanzata dalla Fondazione Palazzo Albinizzi Collezione Burri e da NCTM Studio Legale associato, e sostenuta dal Comune di Milano e dalla Fondazione La Triennale.
Gabi Scardi, curatrice del progetto di recupero avvenuto sulla base dei disegni originali dell’artista, spiega così il desiderio di ridonare a Milano un’importante testimonianza storico e artistica della quale da troppo tempo la città era stata privata:
“(…) All’origine del desiderio di restituire quest’opera straordiaria alla città c’è una conversazione tenutasi circa quattro anni fa. Si parlava di quale possa essere il ruolo dell’arte in una città e di quali siano, in questo senso, le responsabilità di ognuno. La convinzione di tutti noi era che l’arte sia importante e possa avere un impatto in termini di cittadinanza e di qualità di vita. In quell’occasione era emerso il ricordo del Teatro di Burri, un’opera che portava con sé uno straordinario senso di apertura e di socialità. Il desiderio di recuperare il Teatro Continuo è nato da queste memorie condivise”
Inaugurazione del Teatro continuo, 2015.